DEL SALONE DEL MOBILE 2012 (E DELLE ‘NOVITà’ GIà VISTE)….

Anche quest’anno vogliamo evidenziare ciò che ci ha colpito di più di questo Salone del Mobile, al quale – lo diciamo subito – non siamo andati perché criticamente e coraggiosamente (ce lo si lasci dire) disinteressati a vedere le finzioni che si perpetuano di anno in anno di ‘novità’ già viste, coperte da eventi e festeggiamenti non si sa di cosa.

E, con grande piacere, ci ritroviamo ora attratti da una bellissimo progetto che ci sembra davvero degno di nota.

Primo, perché coincide col nostro modo di vedere la cosa, e secondo perché coglie la necessità di una riflessione critica sul modus operandi delle aziende produttrici in questi ultimi anni.

Ovvero sottolinea, con sorprendente capacità comunicativa, la necessità di vere idee, e non di loro parodie coperte da luci accecanti in esposizioni che riproducono tutto tranne che case…. Sembra quasi – per fare un esempio chiaro – che la forma di una sedia debba funzionare più per vendersi che per far sedere.

Si tratta di un progetto dal titolo ‘Sapore dei Mobili’, quello dei designer Ryosuke Fukusada (giapponese) e Rui Pereira (portoghese):  provocatorio certo, ma assolutamente lucido nella lettura di un realtà (il mondo produttivo del mobile di design) oramai vicino al parossismo. E al comico.

La cosa più sorprendente è la forza delle immagini di questo progetto: è una teglia per fare dolci a forma di pezzi di design. Pronti per essere mangiati e soprattutto digeriti.

Uno strumento per sfornare mobili a proprio piacimento! E della durata di una digestione.

Ci è sembrato da subito, poter fare un parallelo con un’operazione analoga a quella che Enzo Mari fece nel 1974 per Dino Gavina, coi suoi ‘Metamobile’: di fronte a produzioni sempre più miranti alla sola ricca borghesia dell’epoca, Mari progettò mobili per tutti per i quali, a fronte della economicità di realizzazione (delle assi di legno da comprare ovunque si avesse voluto, assemblate dietro indicazioni dello stesso Mari, quindi per autoproduzione) vi era una attenta ricerca estetica sul modo di mettere insieme gli elementi, in grado di rendere comunque quei valori estetici propri dei mobili di maggior prezzo’; ovvero alla stessa stregua di quelli con ‘pedigree’.

Producendo così una critica al ‘fare’ delle aziende produttrici, altamente illuminata. E illuminante.

E qui cogliamo l’analogia col progetto di Fukusada e Pereira che – come Mari -, hanno prodotto un operazione che è una chiara critica alla situazione contemporanea in cui versa la produzione del design.  

Una vera e propria riflessione in forma di oggetti, molto più produttiva di quella di una nuova ennesima sedia o lampada (Stark & co…..), ovvero di novità già viste. Un chiaro invito a  ‘fermarsi’.

In più, aggiungiamo, e ciò non ci sembra affatto secondario, operazioni di tale portata permettono di porre l’attenzione sulla necessità del progetto (che è l’esercizio dell’attitudine critica di fronte alla Realtà) come unica garanzia di senso.

E per dare seguito al loro intelligentissimo e ironico ‘buon appetito’ finale, (il loro sito è: www.saporedeimobili.com), se non si dovesse mai cambiare rotta, buona digestione a tutti!

[pgf]

 

TAG: